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Prodotti tipici Marche:
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Olio d'oliva
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Tartufo (Acqualagna)
Ciauscolo
- I più raffinati individuano l'etimologia del
termine ciauscolo nel latino "cibusculum" , ovvero
"piccolo cibo" , per sottolineare come questo salame si
presti ad essere spalmato su fette di pane, crostini e bruschette ,
permettendo di preparare sfiziosi spuntini o antipasti . Senza nulla
togliere alle sue antiche origini, pare comunque più verosimile (
tanto più a chi conosce il dialetto maceratese e la sua simpatica
fonetica ) che il nome di questo prodotto tipico sia mutuato da "lu
ciausculu" , termine utilizzato nelle zone di macerata per
indicare il budello gentile del maiale , con cui il ciauscolo e gli
altri salami vengono insaccati .
- La celebre caratteristica di spalmabilità è
ottenuta con una ricetta e una tecnica di lavorazione che si sono
tramandate di generazione in generazione in occasione della pista
del maiale ( i giorni della mattanza del maiale e della
preparazione degli insaccati ) che insieme alla trebbiatura
e alla vendemmia rappresentavano
nella culturarurale e contadina una vera e propria occasione di festa
( che farebbe probabilmente inorridire gli animalisti di oggi , ma che
non è poi cosìi crudele se calata nel contesto storico in cui si
svolgeva ).
- La
ricetta per la preparazione del ciauscolo : L'impasto per la preparazione del ciauscolo
è costituito da polpa di spalla, rifilatura di prosciutto, lonza,
pancetta ( e in qualche caso anche cotica ) e viene tritato per tre
volte sempre più finemente fino ad ottenere un impasto quasi cremoso
( che sarà tanto più morbido quanto più grasso è stato aggiunto ).
A questo punto si aggiungono sale , pepe nero , vino e aglio pestato e
si insacca nel budello naturale ( 'ntillu ciusculu ) e inizia la fase
di sfumatura : si tratta di una stagionatura di circa 3 settimane
accanto ad un fuoco non troppo alto ( come i camini di una volta , in
cui la brace veniva fatta ardere sotto la cenere mentre i contadini
erano al lavoro nei campi).
- Il
ciauscolo di Fegato: Una variante alla ricetta precedente prevede l'utilizzo di meno grasso e
di fegato e carne di maiale , aggiungendo fra le spezie anche buccia
d'arancia grattugiata e noce moscata. Il ciauscolo di fegato si
presenta di colore più scuro e più saporito di quello tradizionale :
può essere stagionato anche fino a 3 mesi ed ha quindi una
consistenza maggiore.
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Salame (Fabriano)
- La
Storia : Si
tratta di un tipico insaccato prodotto a Fabriano e nei comuni
limitrofi , apprezzato e conosciuto già dallo scorso
secolo : ne è testimone una lettera di Giuseppe Garibaldi in cui
ringrazia Benigno Bigonzelli , sindaco di Fabriano , per i doni
ricevuti , tra cui appunto il salame lardellato di Fabriano.
- Ricetta
: E' composto da carni scelte di coscia e spalla , tritate ed unite ai cubetti di lardo. Dopo
aver amalgamato il tutto e condito con sale, pepe macinato ed in grani
si provvede all’insaccatura nel budello gentile, il più adatto per
le lunghe stagionature (parte dell’intestino retto). I salami
ottenuti vengono lasciati appesi per un giorno e mezzo in modo che le
parti acquose si possano asciugare, si passa poi alla stagionatura.
Prima quattro giorni in un locale con fuoco acceso in modo da tenere
una temperatura di 18-20 °C, per poi passare in locali asciutti,
freschi e ben areati per la definitiva stagionatura di almeno 2 mesi.
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Prosciutto (Carpegna)
- Il territorio di Carpegna ha costituito per
secoli l'ambiente ideale per l'allevamento di suini allo stato brado ,
nelle selve di querce e latifoglie utilizzate come tenute di caccia
dei signorotti locali ( fra i quali spiccano le dinastie dei
Montefeltro e dei Della Rovere , che si sono avvicendati nella carica
di Duchi di Urbino ).
- Questo microclima , unito all'alimentazione
degli animali basata su ghiande e altri prodotti selvatici, ha da
sempre conferito alle carni di questi maiali un sapore dolce e
profumato , favorendo la nascita di una tradizione di salatura delle
carni documentata già nel XV secolo.
Tradizione che negli anni '70 si è tramutata in produzione
industriale e che permette oggi al prosciutto di Carpegna di essere un
insaccato estremamente diffuso ed apprezzato nell'intero territorio
nazionale , anche grazie al riconoscimento europeo DOP (Di Orgine
Protetta ) , arrivato nel 1996.
I tratti distintivi di questa tradizione sono costituiti da un'attenta
selezione di cosce fresche di suini della zona ( o al massimo della
vicina Emila Romagna , anch'essa famosa per altri prosciutti DOP ,
come quelli di Modena e Parma ) dalla salatura di 20 giorni e dalla
- stagionatura di almeno 12 mesi in ambienti a
temperatura non superiore ai 20°. La copertura delle carni non
protette dalla cotenna è ottenuta con uno stucco di strutto, farina e
aromi naturali (prevalentemente pepe ) e al termine della stagionatura
le fette di prosciutto si presentano di un colore variabile dal
granata al rosa, circondate da un grasso solido e di colore
bianchissimo.
- Un consumo del Prosciutto di
Carpegna che rispetti questa tradizione prevede il taglio
rigorosamente a mano, che permetta da una parte il proseguio della
stagionatura anche a "prosciutto iniziato" , dall'altra di
ottenere fette più consistenti alla masticazione , che esaltino
appieno tutte le proprietà organolettiche del prodotto. Fra gli
abbinamenti più azzeccati consigliamo formaggi, quali ad esempio il
parmigiano reggiano e il pecorino marchigiano o il classico melone nel
periodo estivo. Come vino si accosta bene alla Lacrima di Morro d'Alba.
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Mosciuli (Ancona)
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Formaggi locali
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Piatti
tipici delle Marche:
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Garagoj
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